lunedì 23 novembre 2015

Cara Oriana 
 - EnneEffe -

Io non ti ho conosciuta oggi, sulla scia dell’orrore che gli attentati di Parigi hanno scatenato nel mondo e che adesso fanno dire anche a gente di cui non avresti immaginato, che avevi ragione. 
No, io ti ho conosciuta anni fa.
Personalmente purtroppo, non ti ho conosciuta mai. Chissà, se ci fossimo incontrate, quanto saremmo andate d’accordo io e te? Me lo chiedo perché, stando a quanto di te conosco tramite i tuoi scritti, le tue interviste, le critiche e non, dei tuoi amici e non e nonostante io mi ritrovi quasi totalmente con le tue idee e passioni, non eri facile di carattere! Non eri mai soddisfatta, neanche di chi ti era amico, neanche di te stessa, come tu stessa hai affermato. E a dire il vero neanche io sono facile di carattere, non mi sento mai completamente soddisfatta, neanche di me stessa. Avrebbero potute essere scintille, se ci fossimo conosciute. Scintille concordi però, perchè anche io, come te – da prima che leggessi tuoi libri – mi sono sempre sentita come un pesce fuor d’acqua, come un essere estraneo dal mondo che mi circondava. 
Poi ho letto i tuoi libri e vi ho trovato scritto nero su bianco il mio pensiero, le mie sensazioni, le mie passioni, la mia rabbia e il mio orgoglio. Mi sono detta: ma allora non sono pazza! E se lo sono, sono in ottima compagnia!
Non ci crederai ma nel mio piccolo, anzi piccolissimo, per aver da sempre provato le tue stesse insoddisfazioni, anch’io sono salita più volte sul “rogo degli eretici”. per le mie idee. Le mie idee che non si conformano con il pensiero – spesso di comodo – comune. Non mi è mai piaciuto far finta di non vedere le storture, di scendere a compromessi, di accettare le retoriche e le ipocrisie che ci circondano, di uniformarmi alla norma ”a prescindere”, per cui, se capita ad es. che qualcuno magari del Nord Italia, denunci i difetti di noi del Sud, io dovrei dargli torto anche se ha ragione, altrimenti “sputo nel piatto in cui mangio”. Io invece sono sempre stata dell’idea che amare la propria terra non significa rinnegare “ a prescindere” i suoi difetti, al contrario, amare la propria terra per me significa individuare i suoi mali per eliminarli.
Cara Oriana, io non ti ho conosciuta oggi, sulla scia della paura che gli attentati di Parigi hanno suscitato, in seguito alla quale forse oggi – dico forse – qualche “cicala” più avvezza di me a frequentare Parigi (e quindi con più probabilità di me di trovarsi coinvolto nella strage) inizia a prendere consapevolezza della realtà del fatto che non si scherza più e forse, dico forse, inizia finalmente a cambiare. 
No, io ti ho conosciuta anni fa. 
Più di 14 anni fa!
Sono infatti trascorsi 14 anni da quando infiammasti gli animi, sia a favore che contro, con La rabbia e l’orgoglio e La forza della ragione. E a rileggerli ora è come se tu li avessi scritti ieri! 
Ma allora Oriana, avevi davvero ragione! Io, pur condividendo, quando però apprendevo cose mai neanche immaginate, nel vano tentativo di proteggermi dall’orrore che leggevo, ti confesso che tentavo di convincere me stessa che esageravi un po’ e per questo ascoltavo con più attenzione del solito gli “altri”, quelli che non erano con te. Non volevo ascoltare solo la tua campana, volevo formarmi un’idea la più libera possibile, libera da ogni condizionamento, perché non c’era da scherzare, le cose che tu avevi scritto mi mettevano i brividi! Ma…
... non mi hanno convinta, non riuscivo a credere agli “altri”. Troppa retorica! Troppo buonismo! E quanta leziosità, soprattutto quando con il “sorriso” sulle labbra, ti descrivevano sostanzialmente come una allucinata. Prendo ad esempio due tra i tanti “altri”, Dacia Maraini e Tiziano Terzari, i due scrittori, fiorentini come te, che ti scrissero una lettera ciascuno all’indomani del tuo j’accuse: “… leggendo il tuo appassionato articolo però devo dirti che l’ammirazione per il tuo coraggio si è trasformata presto in allarme per la tua incoscienza …”; “… Oriana, lo so, non ti si può chiedere di ragionare con calma …” scriveva Dacia Maraini che concludeva la lettera con un caro saluto. 
E Tiziano Terzari? : “… nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana - la ragione; il meglio del cuore - la compassione”.  – “…Pensare quel che pensi e scriverlo e' un tuo diritto. Il problema e' pero' che, grazie alla tua notorietà, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani e questo mi inquieta”. Come a dire: il diritto di esprimerti devo per forza riconoscetelo per non contraddirmi, ma sarebbe meglio se ti censurassero perché sei dannosa per i giovani! E ancora: “… sto, anch'io ritirato, in una sorta di baita nell'Himalaya indiana dinanzi alle più divine montagne del mondo. Passo ore, da solo, a guardarle, li' maestose ed immobili, … La natura e' una grande maestra, Oriana, e bisogna ogni tanto tornarci a prendere lezione. Tornaci anche tu. Chiusa nella scatola di un appartamento dentro la scatola di un grattacielo, con dinanzi altri grattacieli pieni di gente inscatolata, finirai per sentirti sola davvero; sentirai la tua esistenza come un accidente e non come parte di un tutto molto, molto piu' grande di tutte le torri che hai davanti e di quelle che non ci sono piu'. Guarda un filo d'erba al vento e sentiti come lui. Ti passera' anche la rabbia. Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di trovare pace”.


Sorvolo su Dacia Maraini che è una scrittrice che ammetto di non conoscere ma che, se devo giudicare da questa lettera, forse non conoscerò mai. Non tanto per il contenuto quanto per lo stile: la Maraini, quando nella sua lunga lettera inserisce dei brevi brani scritti da Oriana, involontariamente innesta un confronto fra loro da cui ne esce, a mio avviso, sconfitta alla grande.
Per quanto riguarda Tiziano Terzari invece, voglio spendere due parole in più. 
Sia chiaro innanzitutto che il mio rispetto per la persona e anche per l’indubbio talento di Terzari come scrittore lo dichiaro apertamente e senza remore. 
Detto questo, mi colpisce della sua lettera il tono: di una retorica sinceramente insopportabile, da santone mistico che ha trovato la pace nella natura, ed avendo capito il perché delle cose ed essersi elevato ammonisce quella rabbiosa e materialista di Oriana (e chiunque desse ragione a lei) la quale, invece di osservare la bellezza di un filo d’erba (ma chi gli ha detto che non lo facesse?) si arrabbiava per le migliaia di persone massacrate in un grattacielo! Ma che poesia! Però, qualche tempo dopo, quando l”alieno” di Oriana dette anche a lui il time-out, smise di osservare le “maestose e divine montagne dell’Himalaya”, nonché “il filo d’erba al vento” e andò a rinchiudersi anche lui in una grattacielo americano, uno dei migliori ospedali al mondo per intenderci, nel tentativo, sacrosanto,  di sconfiggere il cancro.
Voglio dire che la visione del mondo di Terzari tutta pace e amore, alla Ghandi per intenderci, fa bene al cuore di tutti, a chi non piacerebbe! Però: è molto facile filosofeggiare e moralizzare stando tutto il giorno, tutti i giorni, a contemplare le montagne e i fili d’erba, se te lo puoi permettere; chi NON se lo può permettere, deve far prevalere la ragione alle chimere! Quella ragione che Terzani accusa Fallaci di aver perso la quale è invece è lucidissima, concreta ed onesta nella sua crudezza. Oriana afferma che, la guerra è in noi, è attorno a noi: “…Un leone che insegue una gazzella, la addenta alla gola, la sbrana, compie un atto di guerra. Un uccellino che piomba su un verme (magari posato sul famoso filo d’erba), lo afferra col becco, lo divora vivo, compie un atto di guerra, un pesce che mangia un altro pesce, un insetto che mangia un altro insetto, un gamete che insegue un altro gamete, compie un atto di guerra … ciò è mostruoso, ne convengo. Così mostruoso che il mio ateismo deriva principalmente da questo. Cioè dal mio rifiuto d’accettare l’idea d’un Dio che ha inventato un mondo dove la Vita uccide la Vita, mangia la Vita.” 
Pertanto, chi non può permettersi la contemplazione quotidiana della maestosità dell’Himalaya e neanche delle colline vicino casa, deve combattere tutti i giorni con una vita che non è per niente tutta pace e amore, ma lotta e guerra in ogni cosa. Se poi non gli è permesso nemmeno di incazzarsi se qualcuno gli mette sotto i piedi la sua cultura, la sua patria, è francamente un po’ troppo.

Nelle due lettere suddette e in tutti i discorsi degli “altri” c’era sempre la stessa considerazione: che Oriana incitava alla guerra e al razzismo. 
Allora mi chiedevo e chiedo: è mai possibile che tutte queste persone con cultura e apertura mentale non comune, con titoli e onorificenze altisonanti, con intelligenza fervida ecc. non riuscissero ad afferrare i concetti chiari, semplici, ben spiegati e comprovati da Oriana Fallaci? Concetti che basterebbe un minimo di sforzo per afferrare? Possibile?
Possibile che leggendo i libri solo a me, persona comune, è chiarissimo che Oriana incita gli occidentali e in particolare gli italiani, a svegliarsi, a ritrovare il proprio orgoglio, a non subire passivamente, a difendere la propria cultura, valori, patria ecc. perché l’Islam ci ha dichiarato guerra? “ …una guerra che forse non mira alla conquista del nostro territorio, (forse?), ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime, alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà ecc…” questo è quanto Oriana scriveva 14 anni fa e questo è quanto solo oggi qualcuno che fino a ieri la sbeffeggiava finalmente conferma, perché è costretto dalla realtà dei fatti. 
Questo non significa che tutti gli islamici si fanno saltare in aria per uccidere gli infedeli, significa però che tutti gli islamici rispondono al Corano, dove è scritto – ripeto è scritto – cosa pensano dei cani infedeli e cioè noi!  

Non voglio cadere nella facile trappola che questo orrore ci può tendere, cioè diventare diffidente nei confronti di chiunque si professi di religione islamica e quindi discriminare anche chi non ha colpa. 
La ragione mi porta a considerare che in una comunità così grande come quella islamica, non tutti possono essere di uno stesso stampo, e infatti i combattenti peshmerga, fra cui tante donne, o, per rimanere in una realtà più vicina a noi, le tante ragazze nate in Italia uccise dai propri padri e/o fratelli perché “troppo occidentalizzate” o perché “hanno osato mettersi un paio di jeans o innamorarsi di un infedele”, ne sono la prova. Ma, per quanto il tentativo di queste ragazze di migliorare la propria cultura le faccia un grande onore, dall’altro lato della medaglia appare una realtà sconcertante, che fa sì che un padre/fratello, pur di non migliorare la propria cultura, arrivi ad uccidere la figlia/sorella per un paio di jeans! 
Allora mi chiedo, come si può dichiarare moderata una religione che permette tutto ciò? Non posso chiudere gli occhi né di fronte a questa realtà, né ad altre, quali ad esempio: un musulmano che ci ordina di togliere crocifissi e presepi, perché “lo offendono”;  le moschee da cui, guarda caso escono fior di terroristi, con le loro predicazioni fumose;  le ragazze islamiche che escono dalla classe in cui si commemorano le vittime di Parigi (mi riesce onestamente difficile credere alla loro giustificazione: lo abbiamo fatto perché non è giusto commemorare solo queste vittime e non tutte le altre! Avrebbero potuto benissimo proporlo, invece di voltare le spalle e andarsene); lo stadio in cui si sentono fischi al grido di  “Allah è grande”, nel momento della medesima commemorazione (almeno loro non si sono giustificati); le condanne del mondo islamico troppo lievi e poco concrete per essere credibili.


Ecco perché Oriana Fallaci aveva ragione. Perchè le cose che lei ha scritto circa le "storture" dell'Islam anche di quello "moderato", ognuno di noi le può constatare ogni giorno. 
Che tu avessi ragione, cara Oriana, molti lo avevano capito già allora, a giudicare dal successo che ci fu nonostante la guerra (a te si) che allora ti fu dichiarata e combattuta. 
Ma allora perché dopo 14 anni la situazione è peggiorata? Perché quegli animi che infiammasti allora, gli animi che contano, non hanno fatto nulla? Io nel mio piccolo, anzi piccolissimo, in tutto questo tempo ti ho citata non so quante volte per far arrivare le tue/mie idee a quante più persone possibili. 
E’ stato tutto inutile? 
E continuerà, nonostante lo sdegno del mondo per Parigi, nonostante le migliaia di voci soprattutto giovani che hanno scritto o detto: Oriana avevi ragione, nonostante più di qualche “cicala” ha pronunciato le parole impronunciabili: siamo in guerra, a essere inutile? 
Dobbiamo rassegnarci a vedere, tra qualche anno, le nostre figlie con il burka? 


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