venerdì 15 aprile 2011

Riflettori su: Dylan Dog 2 - Il fumetto -

Un paio di giorni fa ho parlato del Dylan Dog cinematografico, mi sembra inevitabile dedicare qualche riga anche al Dylan Dog cartaceo, visto che il personaggio - creato da Tiziano Sclavi nel 1986 - è italianissimo e vanta importanti "fratelli" maggiori quali Zagor (creato da Sergio Bonelli) e il veterano Tex (creato da Gian Luigi Bonelli) ed è uno dei fumetti più letti in Italia!
Ma cosa ci affascina tanto di questo fumetto, come fa Dylan a conquistare, oltre ad innumerevoli donne nei suoi albo, anche tanti e tanti curiosi lettori?
Sarà per l'aspetto fisico, ispirato all'attore Rupert Everett? Difatti Dylan è un gran bel ragazzo, alto, capelli neri, occhi azzurri, e del suo fascino ne è ben consapevole dato che non perde occasione per sedurre qualche bella donzella. Anche se Dylan non fuma, è astemio ed è vegetariano, cos' altro lo rende diverso dagli altri ragazzi? Il suo caratteristico abbigliamento? Il suo amore per il modellismo (più precisamente un galeone che, per un motivo e per un altro non riesce mai a concludere)? Il suo strano ed eccentrico assistente Groucho (ispirato all'attore cinematografico Groucho Marx)? Anche questo contribuisce a distinguerlo dalla massa, ma  ciò che rende speciale Dylan è il suo non fermarsi alle apparenze delle cose, il suo credere a qualcosa oltre la realtà quotidiana, difatti il suo non è un lavoro qualsiasi, bensì è un investigatore dell'incubo!
Non che egli prenda per oro colato ogni cosa che i suoi clienti gli dicono, ma quando le ipotesi reali non reggono, Dylan non si tira indietro come fanno gli altri, ma va avanti, esplora, indaga grazie al suo "quinto senso e mezzo" e spesso si scontra con l'incubo.
Dal primo ormai storico numero della serie, L'alba dei morti viventi, Dylan ci ha abituati alle più strampalate, diverse e surreali situazioni: omicidi, incubi, morti viventi, mummie, partite con la morte, orrore, sangue senza mai provocare orrore e questo, detto da me, sensibilissima riguardo questi temi, prova che è un fumetto meritevole della fama che ha. 

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