martedì 2 agosto 2011

Genio e sregolatezza di un mito

…Non voglio bere mai più
 ho solo bisogno di un amico
 non passerò dieci settimane qui
 mentre tutti pensano che
 stia in via di guarigione
 non è solo questione di orgoglio è solo per le lacrime che ho buttato…

Il 23 luglio scorso moriva la cantante Amy Winehouse la cui personalità è ben definita dal testo in alto, tratto dalla canzone che l’ha resa famosa: “Rehab” nel 2006. Una canzone bellissima subito apprezzata dal pubblico e dalla critica a dimostrazione del talento indiscusso della Winehouse, ma di cui soltanto oggi ci si rende effettivamente conto del valore. In essa la cantante vi aveva messo il cuore, pertanto la canzone non era soltanto un fattore commerciale ma anche un mezzo per dichiarare al mondo la sua sofferenza, per chiedere inconsciamente aiuto. A circa una settimana dalla sua morte, queste parole fanno un altro effetto, dalla spensieratezza con cui all’epoca schiere di ragazzi, intonavano la celebre sequenza musicale: “No – No – No”. Quei “No” erano il rifiuto di Amy Winehouse alla disintossicazione dall’alcool e dalla droga, che già allora caratterizzavano la sua travagliata vita e che la condurranno alla morte.
Cantate eccessiva e anticonformista, Amy Winehouse non era una star pop o rock, come qualcuno l’ha definita, ma era una star musicalmente più vicina ad Aretha Franklin che a Lady Gaga, la sua voce era uno straordinario incrocio di tonalità black and white, la sua musica è un magico mix di jazz, blues, soul e rock.
Amy Winehouse non era la semplice cantante di successo del momento, era una vera artista, impegnata a creare un genere musicale più ricercato, di qualità, ma soprattutto un mezzo di comunicazione per esprimere i suoi sentimenti, la sua passione e la sua intensità interpretativa, la portavano spesso a piangere durante le sue esibizioni. Una passione e un’intensità manifestate fin da piccola e probabilmente ereditate dalla nonna, ex cantante jazz, a cui era legatissima, un sogno realizzato con la pubblicazione del primo album Frank, nel 2003 e nel 2006 con il secondo album Back to black, che le regala successo, fama e la vincita di ben 5 Grammy Awards.
Fama e successo però, non le regalano la serenità e l’equilibrio giusto per affrontare le difficoltà della sua vita, anzi peggiorano la situazione. Amy è troppo debole per gestire la sua celebrità e i suoi eccessi diventano sempre più gravi al punto da oscurare in parte il suo talento. Le persone la identificavano sempre più spesso come “quella pop star che non si è presentata a ritirare i Grammy Awards perché era in clinica a disintossicarsi” - “quella rock star che canta ubriaca” - “quella cantante così magra, trasandata, svampita”.
La sua vita è diventata sempre più drammatica e difficile fino ad arrivare agli ultimi, penosi concerti. La cantante è in uno stato pietoso. Rivedere, dopo la sua morte, questi momenti angosciosi provoca un sentimento diverso dallo sgomento iniziale. Rivederli ora, si prova dispiacere per la perdita, commozione per le penose condizioni della cantante, malinconia per un talento finito e rabbia verso lo star system che mai come in questo caso, mostra la sua spietatezza nell’usare l’artista fino all’estremo.
Oggi si piange Amy Winehouse, ma ieri si criticavano i suoi eccessi senza comprendere la sua solitudine, i suoi comportamenti infantili, le sue richieste di aiuto. Nonostante la sua morte fosse annunciata, la notizia del decesso ha provocato un misto di sentimenti contrastanti: sbalordimento, dispiacere, sorpresa, stupore e sbigottimento. E tanta curiosità. Oggi si vuole conoscere tutto di Amy Winehouse, i suoi sentimenti, il suo dolore, si riascoltano le sue canzoni con animo diverso.
Amy Winehouse ha avuto poco tempo per lasciare un’eredità ricca di successi, sono soltanto due gli album pubblicati nella sua breve vita, ma tanto è bastato per entrare nel cuore della gente e diventare una leggenda. A poche ore dalla sua morte la sua figura è stata subito inserita nella cerchia degli artisti intramontabili che hanno segnato la storia della musica mondiale, amati da generazioni di giovani e che hanno in comune il talento, la trasgressione, i vizi, gli eccessi, la vita dannata e la morte precoce.
Amy Winehouse è entrata di diritto nell’Olimpo dei Miti al fianco di Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, Freddy Mercury, Elvis Presley, Michael Jackson… accompagnata dalle note di Back to black:

“…Ho camminato su una strada faticosa.
Ci siamo detti addio solo con le parole
 sono morta un centinaio di volte
 tu torni da lei
 ed io torno a
lutto, lutto, lutto, lutto, lutto, lutto, lutto


                                                                                                    By Pamy

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