martedì 6 gennaio 2015

I PILASTRI DELLA TERRA  - Ken Follett -


- EnneEffe -

“A Tom era stato offerto il posto di capomastro del castellano di Exeter, con il compito di riparare e migliorare le fortificazioni della città. Sarebbe stato un incarico a vita, esclusi gli incidenti. Ma Tom aveva rifiutato perché desiderava costruire un’altra cattedrale.”
Per la precisione, Tom vuole costruire la più bella cattedrale che si fosse mai vista nell’Inghilterra degli anni 1000 e la protagonista di questo libro è proprio lei: una cattedrale da costruire.
In un arco di tempo quarantennale tra foreste, monasteri e castelli, tra storia e fantasia, tra omicidi, stupri e maledizioni, molte sono le traversie che minacciano la realizzazione della cattedrale, desiderio non solo di Tom, ma anche di Jack – suo figlio adottivo – e di Philip – priore di Kingsbridge.
Kingsbrige è il villaggio immaginario in cui si intrecciano le vicende dei vari personaggi e che al’inizio del racconto altro non è che un villaggio povero e malandato a causa della noncuranza del vecchio priore James. Alla morte di James, Philip diventa il nuovo priore e sotto la sua guida, Kingsbridge fiorisce e rinasce ogni volta che la carestia o la malvagità del signorotto di turno lo distrugge.
Lungo il corso dei 40 anni narrati nel libro, si assiste alla trasformazione di Kingsbridge da misero villaggio a fiorente città che il lettore vede crescere e migliorare, così come conosce i vari personaggi giovani o addirittura bambini e li vede crescere, invecchiare e morire.
Sullo sfondo c’è la guerra di successione per il trono di Inghilterra che influenza la vita dei vari personaggi, i quali a loro volta combattono la loro guerra personale. Il priore Philip, Tom, Aliena, Richard, Jack combattono per difendersi dalla malvagità del conte William Hamleigh, un giovane tanto aitante quanto violento, coadiuvato dall’ambizioso vescovo Waleran Bigod che gli assicura la salvezza della sua superstiziosa anima assolvendolo “… anticipatamente dalle uccisioni che avrebbe compiuto quel giorno”. Ma la vera battaglia è combattuta per costruire la cattedrale, la cui realizzazione viene di volta in volta minacciata dalle angherie di William e dall’invidia di Waleran. La cattedrale sarà testimone delle morti e delle vittorie, delle rinascite e delle sconfitte, dei sacrifici e delle delusioni che si alterneranno nel corso degli anni; alla sua ombra si consumeranno gli odi e gli amori dei vari protagonisti.
Philip è un’anima tutta dedita a Dio e alla religione, pronto ad aiutare il prossimo anche il nemico se ha la capacità di redimersi, non possiede il carisma del grande predicatore ma è fornito di una intelligenza viva  e una notevole capacità di trovare sempre la soluzione giusta per risolvere i problemi che man mano gli si parano davanti, forse sostenuto anche da un qualche aiuto divino.
I problemi di Philip e del suo priorato, come già specificato, sono per la maggior parte causati da William Hamleigh, ma William non riesce ad ottenere sempre ciò che vuole, ad esempio Aliena - la figlia del conte di Shiring – da cui si sente attratto irresistibilmente, lo rifiuta, manda a monte il matrimonio stabilito con lui umiliandolo pubblicamente incurante della nefaste conseguenze di tale gesto e non riesce neanche a sopraffare il priore Philip che trova sempre un modo per fronteggiarlo e per intimorirlo minacciandogli le fiamme dell’inferno.
Però riesce a spodestare il padre di Aliena dal castello e ad usurpare il titolo di conte al fratello di Aliena, Richard.
Il clero, l’esercito e la nobiltà sono le forze schierate in campo che si fronteggiano o si alleano a seconda dell’interesse, come ad esempio nel caso dell’impiccagione di un innocente condannato per nascondere della verità scomoda, in cui “…il prete aveva sorpreso il ladro in flagrante; il frate aveva riconosciuto il calice d’argento che apparteneva al suo monastero; il cavaliere e il signore del ladro e l’aveva identificato come un fuggiasco e lo sceriffo l’aveva condannato a morte”.
Un altro aspetto interessante è la rappresentazione del bene e del male che non sono separati ma si mescolano e coesistono, il clero ad esempio non è la sede del bene assoluto ma anche della perfida e dell’ambizione, così come l’esercito non è male assoluto ma anche fierezza e lealtà. Anche negli stessi personaggi albergano sia il bene che il male: William ad es. che è il male, non disdegna però alcuni momenti di pietà o di disgusto nel notare l’ambiguità del suo amico-vescovo Bigod, così come pure Philip il buono, manifesta in alcuni casi un lato del carattere burbero, austero e autoritario. Simbolo di questa connivenza tra bene e male potrebbe essere Ellen che è sia una strega capace di formulare atroci maledizioni (anche se a ragione) sia una madre e moglie amorosa o anche Richard forte e valoroso ma anche egoista e nullafacente.


Questo libro offre una lettura abbastanza piacevole anche se non particolarmente coinvolgente. I personaggi sono ben strutturati e lo stile è scorrevole. Le storie inventate dei protagonisti si intrecciano bene con la storia reale di sfondo – di manzoniana memoria –  e riescono a coinvolgere il lettore anche se a volte diventano un po’ surreali o scontate. Dai protagonisti di questo romanzo storico discenderanno i personaggi di Mondo senza fine, il sequel dei Pilastri della terra, che però, a mio parere, risulta di tono minore.