I PILASTRI DELLA TERRA - Ken Follett -
- EnneEffe -
“A Tom era
stato offerto il posto di capomastro del castellano di Exeter, con il compito
di riparare e migliorare le fortificazioni della città. Sarebbe stato un
incarico a vita, esclusi gli incidenti. Ma Tom aveva rifiutato perché
desiderava costruire un’altra cattedrale.”
Per la precisione, Tom vuole costruire la più bella
cattedrale che si fosse mai vista nell’Inghilterra degli anni 1000 e la
protagonista di questo libro è proprio lei: una cattedrale da costruire.
In un arco di tempo quarantennale tra foreste,
monasteri e castelli, tra storia e fantasia, tra omicidi, stupri e maledizioni,
molte sono le traversie che minacciano la realizzazione della cattedrale,
desiderio non solo di Tom, ma anche di Jack – suo figlio adottivo – e di Philip
– priore di Kingsbridge.
Kingsbrige è il villaggio immaginario in cui si
intrecciano le vicende dei vari personaggi e che al’inizio del racconto altro
non è che un villaggio povero e malandato a causa della noncuranza del vecchio
priore James. Alla morte di James, Philip diventa il nuovo priore e sotto la
sua guida, Kingsbridge fiorisce e rinasce ogni volta che la carestia o la
malvagità del signorotto di turno lo distrugge.
Lungo il corso dei 40 anni narrati nel libro, si
assiste alla trasformazione di Kingsbridge da misero villaggio a fiorente città
che il lettore vede crescere e migliorare, così come conosce i vari personaggi
giovani o addirittura bambini e li vede crescere, invecchiare e morire.
Sullo sfondo c’è la guerra di successione per il
trono di Inghilterra che influenza la vita dei vari personaggi, i quali a loro
volta combattono la loro guerra personale. Il priore Philip, Tom, Aliena,
Richard, Jack combattono per difendersi dalla malvagità del conte William
Hamleigh, un giovane tanto aitante quanto violento, coadiuvato dall’ambizioso
vescovo Waleran Bigod che gli assicura la salvezza della sua superstiziosa
anima assolvendolo “… anticipatamente
dalle uccisioni che avrebbe compiuto quel giorno”. Ma la vera battaglia è
combattuta per costruire la cattedrale, la cui realizzazione viene di volta in
volta minacciata dalle angherie di William e dall’invidia di Waleran. La
cattedrale sarà testimone delle morti e delle vittorie, delle rinascite e delle
sconfitte, dei sacrifici e delle delusioni che si alterneranno nel corso degli
anni; alla sua ombra si consumeranno gli odi e gli amori dei vari protagonisti.
Philip è un’anima tutta dedita a Dio e alla
religione, pronto ad aiutare il prossimo anche il nemico se ha la capacità di
redimersi, non possiede il carisma del grande predicatore ma è fornito di una
intelligenza viva e una notevole
capacità di trovare sempre la soluzione giusta per risolvere i problemi che man
mano gli si parano davanti, forse sostenuto anche da un qualche aiuto divino.
I problemi di Philip e del suo priorato, come già
specificato, sono per la maggior parte causati da William Hamleigh, ma William
non riesce ad ottenere sempre ciò che vuole, ad esempio Aliena - la figlia del
conte di Shiring – da cui si sente attratto irresistibilmente, lo rifiuta,
manda a monte il matrimonio stabilito con lui umiliandolo pubblicamente
incurante della nefaste conseguenze di tale gesto e non riesce neanche a sopraffare
il priore Philip che trova sempre un modo per fronteggiarlo e per intimorirlo minacciandogli
le fiamme dell’inferno.
Però riesce a spodestare il padre di Aliena dal
castello e ad usurpare il titolo di conte al fratello di Aliena, Richard.
Il clero, l’esercito e la nobiltà sono le forze schierate
in campo che si fronteggiano o si alleano a seconda dell’interesse, come ad
esempio nel caso dell’impiccagione di un innocente condannato per nascondere
della verità scomoda, in cui “…il prete
aveva sorpreso il ladro in flagrante; il frate aveva riconosciuto il calice
d’argento che apparteneva al suo monastero; il cavaliere e il signore del ladro
e l’aveva identificato come un fuggiasco e lo sceriffo l’aveva condannato a
morte”.
Un altro aspetto interessante è la rappresentazione
del bene e del male che non sono separati ma si mescolano e coesistono, il
clero ad esempio non è la sede del bene assoluto ma anche della perfida e
dell’ambizione, così come l’esercito non è male assoluto ma anche fierezza e
lealtà. Anche negli stessi personaggi albergano sia il bene che il male: William
ad es. che è il male, non disdegna però alcuni momenti di pietà o di disgusto
nel notare l’ambiguità del suo amico-vescovo Bigod, così come pure Philip il
buono, manifesta in alcuni casi un lato del carattere burbero, austero e
autoritario. Simbolo di questa connivenza tra bene e male potrebbe essere Ellen
che è sia una strega capace di formulare atroci maledizioni (anche se a
ragione) sia una madre e moglie amorosa o anche Richard forte e valoroso ma
anche egoista e nullafacente.
Questo libro offre una lettura abbastanza piacevole
anche se non particolarmente coinvolgente. I personaggi sono ben strutturati e
lo stile è scorrevole. Le storie inventate dei protagonisti si intrecciano bene
con la storia reale di sfondo – di manzoniana memoria – e riescono a coinvolgere il lettore anche se
a volte diventano un po’ surreali o scontate. Dai protagonisti di questo
romanzo storico discenderanno i personaggi di Mondo senza fine, il sequel dei Pilastri della terra, che però, a mio
parere, risulta di tono minore.